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2013 - Jasmine Pignatelli
Ore 10:30, sono in ritardo: fortunatamente non mi accade quasi mai; devo incontrare una artista (Jasmine Pignatelli) che è venuta per portare il modellino dell’ opera che dovrebbe essere installata nel Parco della Scultura di Castelbuono, artista consigliatami da Rita Miranda. Tutto il resto, ciò oltre 2 ore trascorse dopo il nostro incontro con essa ed il suo compagno, a visitare il Parco e parlare di arte, lo racchiudo in una frase: ho conosciuto un vulcano. Ma torniamo a noi o meglio alla sua arte. Chi oggi si meraviglia di quante opportunità espressive offre ad un artista la materia (ceramica), dimentica di quanto questo materiale abbia contribuito nella sua storia alla evoluzione della civiltà dell’ uomo, e nell’ arte, dalle forme più conosciute arcaiche delle veneri del paleolitico, attraverso tutta la storia, fino ai Leoncillo, Fontana o Nino Caruso, ha apportando sicuramente nel campo della scultura un contributo significativo. Ma nel parlare della sua arte, voglio percorre a ritroso un po’ di simbolismo nel femmineo, in quel mondo dell’ armonia e dell’ amore che la grande madre terra rappresenta in ogni donna. Per questo progetto (Parco della Scultura di Castelbuono) il prestare una particolare attenzione all’ arte al femminile, vuol dire, cercare di offrire pure una diversa lettura dell’ opere tra lo scultore uomo e lo scultore donna, perché è qui nel femmineo che è più evidenziata la percezione più ampia della sacralità che riviste la madre natura, concetto su cui si basa il progetto di questo parco. Ma torniamo ai semi, opera con cui la Pignatelli entra in questo progetto. Se dovessi attribuire a quest’ artista e alla sua opera una precisa appartenenza d’ arte, correrei il rischio di dimenticarne il valore simbolico, per il concettuale. Per me che credo che un opera può essere banale anche se concettuale, o sostenuta dalla ragione o da un principio scientifico, trovo i semi di una valenza simbolica da fare vibrare le corde dell’ animo umano. E per chi raggiungerà Castelbuono, trovandosi davanti quest’ opera, avrà il modo di valutare se il mio semplice giudizio è coerente.
Paolo Massei
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