| NUDA TERRA
2013 - Gennj Trentini
Spesso si dice, che davanti ad un opera d’ arte ciò che conta è la prima impressione. E tutto ciò che si può dire dopo quel primo impatto, a poco o nessun significato. Se questo concetto preso con le dovuto molle può essere preso in considerazione per una tela figurativa, sicuramente non è valido per la scultura. Perché la scultura ha bisogno di una lettura diversa, e perciò deve essere la ragione, il metro per giudicare il lavoro (opera) dell’ artista, ma accade troppo spesso che i critici finiscono per l’ attribuire alle opere dei giudizi (significati) che derivano dal loro personale bagaglio professionale, frenando con dei paletti la stessa opera. Fortunatamente la storia ci insegna che spesso i giudizi vengono completamente ribaltati restituendo all’ opera il giusto senso. E dato che un opera d’ arte, è tanto più grande o valida quante più numerose, e controverse sono le sue interpretazioni, alla domanda cosa significa l’ opera della Gennj Trentini “Nuda Terra” si può rispondere: “essa è soltanto ciò che si può vedere” (perché soltanto ciò che si vede, in realtà è ciò che è). Certo: per vedere si ha bisogno non solo degli occhi. Questo è il linguaggio della Trentini, l’ opera d’ arte come evento visivo, il cui obbiettivo è quello di portare il fruitore d’ arte in corrispondenza di quel suo mondo (anima) dove essa è approdata dopo una lunga deriva. Sicuramente è più semplice e sbrigativo realizzare un quadro, colandoci sopra del colore, qualche forma geometrica, o inventando altre stranezze. Ma la scultura è un gioco serio, molto più articolato e complesso e questo la Trentini lo ha imparato attraverso, prima lo studio e poi frequentando i laboratori degli artisti di Rapolano. Dove la vicinanza delle cave e i suoni dei mezzi meccanici che estraggono il travertino, fanno da sfondo a quella magica sintesi che la Gennj Trentini ha bisogno per far nascere la sua arte.
Paolo Massei | | |