METAMORFOSI
2014 - Pippo Cosenza
Fu Costantin Brâncuși il primo scultore che si pose il problema di trasformare la base
di una scultura attraverso il rapporto delle proporzioni tra la base e l’opera,
facendola diventare parte integrante dell’opera. Oggi le dimensioni dell’opera,
il rapporto con lo spettatore e il suo corpo, sono diventate spesso
fondamentali per presentare l’opera di uno scultore.
Nel suo lavoro, Cosenza
fa un operazione a mio giudizio ulteriore, ponendosi anche il problema dell’impatto
ambientale e le opportunità da offrire all’opera per essere vista, che
conseguentemente obbliga lo spettatore, ponendolo nello spazio in rapporto con
l’ opera, a ricreare l’ ambiente in cui entrambi inseriti andranno ad
interagire.
In questa sua opera, ho
notato che egli trasforma i volumi obbligatoriamente massicci della base
creando dal suolo, rapporti tra materia e forma utilizzando delle piccole
frammentazioni sulla superficie, facendo così diventare la base una opportunità
di espressione aggiunta per l’artista.
Certo una scultura si
può presentare poggiata su di un banco, un tavolo, uno sgabello, inserita sopra
una colonna o un pilastro, creando così ogni volta nuove opportunità visive al
fruitore d’arte, Cosenza invece gli crea un suo altare su cui poggerà
attraverso un percorso che si snoda da terra, percorrendo quella che fu la base
fino alla sommità dove egli poggia la sua scultura creandogli un ambiente di
sacralità.
So perfettamente che un’opera
deve affrontare la realtà dello spazio, contando solo sulla propria forza,
tuttavia ho scritto tutto questo perché nell’opera di Cosenza, dopo aver
visitato il suo studio, le sue opere, dopo aver parlato con lui, ho inteso come
un basamento egli lo consideri parte integrante dell’opera. E a me questa sua
interpretazione brancusiana della base mi trova d’ accordo. Mi perdonino le
penne d’oro dell’arte poiché anche se non si fa io aggiungo..bravo Pippo.
Paolo Massei
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