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Autoritratto dell'artista Andrii Doru Emil nel Parco della Scultura di Castelbuono di Bevagna - Perugia - Umbria

AUTORITRATTO
2013 - Andrii Doru Emil

Per parlare di questo artista, mi è d’ obbligo di ricordare quel tardo pomeriggio (Ottobre 1997) nel Parco Lapusneanu di Jasi in Romania, dove mi trovavo in forte difficoltà nell’ installare una mia scultura ed il suo provvidenziale intervento mi fu di un grosso aiuto.
Dovendo parlare della sua arte scultorea, voglio subito evidenziare il suo grosso bagaglio culturale, formatosi in quella città di Jasi che è stata una delle realtà culturali più ricche di tutto il novecento in Europa, nel campo della filosofia, della musica e dell’ arte.
Andrii Doru Emil, per chi come me lo conosce bene, sa quanto per lui sia importante fare quell’ arte dove le regole diventano eleganza, bellezza, suoni, musica ed è tutto quest’ insieme che per lui diventa forma.
Tante volte ci è capitato di discutere su dove mettere il punto in arte, oppure se non metterlo affatto, trovarci in opposte conclusioni, ma ho sempre riconosciuto che il suo lavoro è pervaso da una vibrante carica di sapienzalità.
In questa sua nuova fase d’ arte (vivendo in Italia da oltre 10 anni) egli stà ricercando un nuovo linguaggio, non più incentrato sulla figura classica, ma mantenendo il linguaggio del simbolico appreso in quella culla che è stata ed è la Romania, riaffrontando la materia nelle sue tensioni più astratte.
Non essendo un critico, mi astengo a fare i soliti ragionamenti complessi o i soliti voli pindarici che provano a dire tutto per non dire niente di un artista o della sua arte. Ma conosco questo artista, ricordo con lui di aver condiviso uno dei momenti più belli della mia vita d’ arte, nel suo studio ad Jasi al freddo con oltre 10 gradi sotto zero, dove la sua arte, il tè realizzato in una vecchia pentola e i nostri discorsi, ci facevano essere in quel luogo come al caldo delle Maldive.
Da quel suo studio piccolo, da quei suoi pochi strumenti, vecchi, consumati, da quelle forme sbozzate, dai suoi segni o scritti di getto su piccoli fogli, ho appreso tanto dell’ arte e soprattutto di come si vive l’ arte: con l’ orgoglio di essere o appartenere.
Nel ringraziarti Ce-face (così io lo chiamo da quando lui è arrivato in Italia) per averci donato la tua opera, vorrei dare un consiglio a tanti scultori. Non è importante per fare arte frequentare i marmi bianchi, lucidi, del Kunstaus di Zurigo per imparare l’ arte, ma è meglio visitare uno studio polveroso, freddo, di un Uomo: scultore.
Grazie Doru

Paolo Massei

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